L'approccio elettrochimico alla purificazione delle acque è basato sull'applicazione di una corrente elettrica, quindi il processo è controllabile in remoto, e non richiede né l'intervento di personale, né l'utilizzo di prodotti chimici. Attraverso l’ottimizzazione dei trattamenti elettrochimici per il trattamento dell'acqua potabile, si potrà sostituire l'attuale disinfezione con biossido di cloro e/o ipoclorito di sodio. L'ossidazione elettrochimica dei cloruri generalmente già presenti nell'acqua consente, infatti, di evitare l'aggiunta di ossidanti dall'esterno; il risultato disinfettante è ottenuto attraverso l'azione sinergica dell'ossidante generato in situ e di effetti accessori quali campo elettrico e variazione repentina di pH.

L'approccio elettrochimico alla purificazione delle acque è basato sull'applicazione di una corrente elettrica, quindi il processo è controllabile in remoto, e non richiede né l'intervento di personale, né l'utilizzo di prodotti chimici. Ottimizzando il trattamento elettrochimico, i processi che si realizzano agli elettrodi consentono non solo di ottenere i risultati attesi in termini di disinfezione, ma anche di migliorare la qualità dell'acqua trattata, riducendo la concentrazione di eventuali specie inizialmente già presenti. Il prodotto utilizza specie chimiche altamente reattive per il controllo dell’attività microbica, ricalcando le strategie antimicrobiche sviluppate dagli organismi superiori, basate sulla sintesi di specie altamente reattive (quali radicali ossidrile, perossido d'idrogeno, acido ipocloroso). Attraverso scelte opportune di materiali e condizioni operative risulta possibile la sintesi di agenti disinfettanti particolarmente efficaci.
Sintesi di specie reattive antimicrobiche senza l’utilizzo di additivi chimici, evitando inoltre la formazione di sostanze indesiderate. Il processo richiede un'accurata ottimizzazione delle condizioni sperimentali, e la messa a punto di materiali elettrodici adatti all'uso specifico.
Trattamenti di potabilizzazione dell'acqua in piccoli acquedotti e/o in singole strutture (ospedali, case di cura)

Garantire le condizioni di potabilità nelle zone più periferiche della rete idrica di Ferrara
L’immissione di cloro nella rete di distribuzione idrica della provincia di Ferrara avviene, per la maggior parte, nel punto di alimentazione principale della rete, dove vengono trattate le acque prelevate. In corrispondenza dei punti di alimentazione secondaria sono effettuate ulteriori immissioni di diossido di cloro (ClO2) o di ipoclorito di sodio (NaOCl). Uno dei problemi principali legati ai processi di decadimento e trasformazione del cloro immesso, è rappresentato dalla presenza dei sottoprodotti del cloro, di natura sia organica che inorganica. Dalla reazione del cloro con la materia organica, naturalmente presente nell’acqua, si possono formare prodotti nocivi per l’uomo, se presenti in elevate concentrazioni. Con l’obiettivo di ridurre tali concentrazioni, senza pregiudicare l’efficienza di disinfezione dell’acqua in rete, è possibile utilizzare un processo elettrolitico per la produzione di acido ipocloroso, HOCl, ottenibile mediante la semireazione di ossidazione anodica dell’anione cloruro. Test dell’impianto micro-pilota che consiste in un reattore modulare in grado di trattare fino a 15 litri al minuto di acqua
Università di Ferrara; HERA S.p.A.
Presentazione al 64th Annual Meeting of the International Society of Electrochemistry (Santiago de Queretaro, Mexico). I dispositivi elettrodici potrebbero essere oggetto di domanda di brevetto.
